Sulla interazione-collaborazione del cardiologo e nefrologo

Dott. Antonino Galione

CONSIGLI AI PAZIENTI ()

Un paziente cardiopatico deve controllare la funzionalità renale come un paziente in insufficienza renale deve controllare il suo cuore.

Epidemiologia, fisiopatologia, clinica e prognosi sono pesantemente interessate nelle malattie con connessione rene/cuore.

Più eGFR si abbassa velocemente più alto è il rischio di decesso, di insufficienza cardiaca, di infarto del miocardio, di arteriopatia periferica fino al punto che nella malattia renale cronica (CKD) il decesso per cause cardiovascolari è più comune della End Stage Renal Disease (ESRD).

Nei pazienti con insufficienza cardiaca l’insufficienza renale cronica è un predittore di mortalità più forte rispetto al valore della frazione di escrezione o alla classe NYHA di appartenenza.

La patologia cardiovascolare rappresenta la principale causa di mortalità (50%) nei pazienti con insufficienza renale.

Coronaropatie – Aritmie cardiache – Ipertrofia Ventricolare sn – Scompenso cardiaco congestizio

La coesistenza di malattie cardiache e renali rende difficoltoso un equilibrato approccio clinico perchè, fino a poco tempo fa, cuore e rene erano considerati di pertinenza rispettivamente del Cardiologo e del Nefrologo. La mancata rappresentazione dei pazienti renali nei trias cardiaci, la sottoutilizzazione di procedure diagnostiche, la sottoutilizzazione di terapie efficaci, la cattiva compliance dei pazienti, gli scarsi risultati di terapie standard, il danno arrecato con terapie specifiche vanno considerati cause di non adeguata gestione di pazienti con contemporanea presenza di malattia renale e cardiaca.

L’esclusione di pazienti con CKD da trias clinici in malattie coronariche, la insufficiente utilizzazione di angiografia coronaria negli anziani con CKD e quindi la sottostima dei veri rischi cardiovascolari e la sovrastima dei danni clinici da intervento hanno il loro peso nella gestione del paziente con affezioni cuore/rene.

Pazienti nefropatici con fibrillazione atriale trattata farmacologicamente vanno seguiti attentamente perchè possono presentare: sanguinamento, stroke, nefropatia warfarin-correlata, calcificazioni.

Se presente sovraccarico idrico le sequele patologiche della congestione, rapportate all’intensità possono essere:

Edema cerebrale (disturbi della cognizione, delirio)

Edema cardiaco (disturbi della conduzione, insufficiente contrattilità, disfunzione diastolica)

Edema polmonare (cattivi scambi gassosi, ridotta compliance)

Congestione del fegato (alterazione dei processi di sintesi, colestasi)

Aumento della pressione venosa renale (edema interstiziale, ipoperfusione renale, riduzione del GFR, aumento della pressione interstiziale, ritenzione di acqua e sale)

Edema intestino (malassorbimento, ileo)

Edema tissutale (difficoltoso drenaggio linfatico, alterazioni della microcircolazione, ritardata guarigione delle ferite con infezioni ed ulcerazioni)

Negli stadi II, III, IV della CKD la malnutrizione varia dal 28% al 48%; nello stadio V (ESRD) supera il 75%. La perdita di peso incide sulla malattia cardiaca infatti bassi valori di BMI sono associati ad aumentata mortalità.